Brescia, «Burocrazia costa 676 mln l’anno»

«È il prezzo- spiega Confartigianato- per le imprese bresciane, strangolate da 629 norme fiscali». La Leonessa seconda dopo Milano.

(red.) «La burocrazia costa alle imprese bresciane 676 milioni di euro all’anno. Un male tanto difficile da estirpare, una ragnatela inestricabile: in questi 6 anni sono state approvate 629 norme fiscali, la maggior parte delle quali ha generato ulteriori costi». E’ il commento di Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Imprese Unione di Brescia e Lombardia il dato sui costi della burocrazia e il relativo stress burocratico delle imprese sul piano fiscale.
«Si tratta ovviamente di una stima, ma riflette un dato di fatto vissuto nel quotidiano da imprese e dai cittadini. In Italia sono necessarie 269 ore all’anno per pagare le tasse contro una media di 175 nei paesi Ocse» aggiunge Massetti.
La burocrazia a Brescia, rappresentata dai costi sostenuti nell’espletamento degli adempimenti amministrativi, si stima che costi alle imprese con dipendenti 676 milioni di euro pari al 2% del valore aggiunto prodotto dall’industria e dai servizi. Dopo Milano, dove la burocrazia costa alle imprese con dipendente 2.028 milioni di euro, pari all’1,39% del valore aggiunto delle imprese, i costi più elevati si registrano proprio nella provincia bresciana, seconda in assoluto sull’intero territorio lombardo.
Sempre dallo studio dell’Osservatorio di Confartigianato emerge come nel periodo compreso tra il 29 aprile 2008 e il 28 marzo 2014, siano state approvate 629 norme fiscali, solo 72 delle quali in grado di semplificare, 168 sostanzialmente neutre, mentre 389 hanno registrato un impatto burocratico con nuovi costi.
«Se da una parte questo mostro continua nel suo inestricabile logorio a discapito della competitività- ha aggiunto il presidente Massetti-le imprese bresciane sono già attrezzate e, tutt’oggi, l’80% degli imprenditori si raffronta con facilità attraverso procedure on line, ma di questi, il 42% lo fa attraverso intermediari, come il commercialista. Ma attenzione al pericolo di un’ulteriore beffa: la pratica on line snellisce e velocizza sì la burocrazia, ma spesso non ne è che un doppione del cartaceo. L’Italia è indietro 10 anni rispetto agli altri paese europei: smettiamola di mantenere pratiche medievali che permettono la mera sopravvivenza di enti inutili e costosi».

 

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