Bettoni saluta: “Siamo i migliori d’Italia”

Secondo uno studio di Unioncamere, Camera di Commercio di Brescia risulta essere l'ente con il tasso di rigidità più basso.

(v.p.) Un addio dopo 22 anni di “gestione atipica”, come lui stesso l’ha definita, con una certezza: “Siamo i migliori d’Italia”. Franco Bettoni saluta e lascia la Camera di Commercio di Brescia. Si tratta di una saluto virtuale, dato che resta in carica per oltre un mese ancora, ma comunque la sua esperienza in via Einaudi è ormai agli sgoggioli, dopo oltre due decenni.
“Lasciamo a chi ci sostituirà”, ha detto Bettoni, “una struttura altamente performante, funzionante ed efficiente. Un’icona, accanto ad altre eccellenze che connotano la nostra economia, che ha contribuito fortemente a rendere più efficiente e competitivoil tessuto economico e produttivo bresciano”.
Altro motivo d’orgoglio per il presidente è l’indice di rigidità dei bilanci camerali, un’indagine svolta da Unioncamere, elaborata sulla base dei bilanci d’esercizio 2013 con proiezione sul 2015, che colloca Brescia come il miglior sistema camerale d’Italia.
L’indice di rigidità è dato dal rapporto tra oneri di struttura sommati alle spese del personale, diviso le entrate correnti al netto del taglio del 35% del contributo camerale previsto il prossimo anno, che è pari a 7 milioni di euro circa per la nostra provincia.
Se la media nazionale è l’85% di rigidità, e 45 sistemi camerali sono al di sotto della media (quindi virtuosi), Brescia ha un indicatore di 59,66%, che dimostra un’elasticità nei conti superiore a tutti. Bergamo è seconda (60,47%), Monza è terza (65,20%) e Milano quarta (67,61%). Ci sono, poi, realtà che sono oltre il 100%, 37 per l’esattezza, tra le quali, spiccano i nomi di Torino (101,76%), Genova (105,24%) e Livorno (113,45%).
Tornando al bilancio di mandato, e presentato dal segretario generale Massimo Ziletti, nel 2013 nel Bresciano erano attive 121.364 imprese (nel 2012 erano 122.095), che hanno generato un import di 7 miliardi 155 milioni di euro e un export di 13 miliardi e 660 milioni (+2,1% sul 2012), per un saldo di 6 miliardi e 505 milioni. L’ente, nel 2013, ha avuto spese di funzionamento di 2,977 milioni, ha versato allo stato 382 e 873 euro, forte aumento rispetto ai 176 mila del 2012, e ha avuto un milione e 235 mila euro di risultato d’esercizio.
“Si tratta di numeri importanti”, ha detto Ziletti, “che dimostrano come la Camera abbia lavorato bene senza sperperare il denaro delle imprese. Nel 2013 abbiamo dato contributi diretti alle imprese per 7 milioni e 872 mila euro, mentre i contributi indiretti sono stati 6 milioni e 41 mila euro”.
Dal prossimo anno, invece, le politiche dovranno cambiare, a causa del taglio del 35% dei contributi camerali, che nel 2017 raggiungeranno il 50% (circa 10 milioni). “Trovo questa scelta del tutto ingiusta”, ha commentato Bettoni, “si tagliano le gambe indistintamente a tutti gli enti camerali, senza ragionare sugli enti che hanno lavorato per creare dei benefici reali al territorio. Intanto, però, ci vengono aumentati i versamenti, mentre ci vengono tagliati i contributi. Sia chiaro che, come rappresentante di Unioncamere Lombardia, vogliamo un ribasso del fondo perequativo pari ai tagli governativi”.

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