Ortomercato, la crisi tra fragole e cipolle

E' allarme insoluti tra i clienti dell'ortofrutticolo. In 5 anni persi 500mila euro. E i grossisiti chiedono il blocco ingressi a chi non paga.

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(red.) In cinque anni persi 500mila euro. Il calcolo lo ha stimato Oliviero Gregorelli, presidente dei grossisti di Brescia, che denuncia le difficoltà in cui si trovano a lavorare i titolari di banchi all’ingrosso al mercato ortifrutticolo di Brescia. Molti rivenditori al dettaglio, causa fallimenti o cessione di attività, non hanno saldato i debiti per frutta e verdura acquistate e il “buco” ora ricade su aziende ed agricoltori.
Un esempio, tra i più eclatanti, riguarda un negoziante egiziano, che dopo avere acquistato merce per il suo negozio al quartiere Primo Maggio, se ne è tornato nel suo paese d’origine, lasciando un debito da 150mila euro. Ma la crisi non guarda in faccia nessuno e a non pagare sono in molti, italiani e stranieri.
Come ha sottolineato il preseìsidente del mercato ortifiutticolo in un’intervista al Corriere della Sera, sono stati stralciati, negli ultimi tre anni, debiti per quasi 3 milioni di euro. Qualcosa però è cambiato, da quando, cioè, è entrato in vigore l’articolo 62 del decreto sulle liberalizzazioni, che disciplina i contratti per la cessione di prodotti agricoli o alimentari: pagamento entro e non oltre 30 giorni dal ricevimento della fattura. Normativa che ha migliorato gli affari, anche se molto resta ancora da fare, magari  seguendo l’esempio dei vicini veronesi, che vietano l’ingresso a chi non salda le fatture. Regola che, a Brescia, manca ancora.

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