Trafilerie: il 2014 l’anno della verità

L'anno in corso dovrebbe portare a una ripresa con un leggero aumento dei prezzi. Restano, però, i problemi "congeniti" del comparto.

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(red.) Il 2014 vedrà una ripresa del settore delle trafilerie, con un incremento dei volumi e con un lieve aumento dei prezzi. Ma questo miglioramento non risolverà i problemi del comparto, fiaccato da anni di crisi. Si pone quindi la necessità di una ristrutturazione del settore, e più in generale della filiera.
Questo quanto emerso durante «Siderweb Outlook», il convegno organizzato da Siderweb in collaborazione con la Camera di Commercio di Lecco e dedicato all’analisi delle prospettive per il 2014 delle trafilerie italiane. Sul versante dei prezzi dei prodotti siderurgici necessari all’attività della trafila, Giovanni Bajetti (Lucchini) si attende nei prossimi mesi un incremento delle quotazioni, trainate da «una ripresa del prezzo del rottame». Questa visione è confermata anche da Achille Fornasini (chief analyst di Siderweb), che ha rilevato come «dopo un calo di circa il 6% del rottame e della vergella da inizio 2014, mi aspetto nelle prossime settimane un rimbalzo del prezzo. Siamo al termine della fase di discesa delle quotazioni».
Ma non solo i prezzi risaliranno. Dopo anni di contrazione, l’economia italiana nel 2014 tornerà a crescere: «il Pil si incrementerà dello 0,7% in Italia e dell’1% nell’area euro. I settori utilizzatori serviti dalle trafilerie miglioreranno rispetto al 2013, ma sarà un incremento moderato, non sufficiente a controbilanciare i cali degli anni scorsi» ha dichiarato Gianfranco Tosini, responsabile dell’Ufficio Studi di Siderweb. Tra il 2007 ed il 2013 la produzione del comparto delle trafilerie è diminuita del 17,5%: «un livello difficilmente recuperabile». Cosa fare allora? «La capacità produttiva oggi è in eccesso – ha spiegato Franco Polotti, a.d. di Ori Martin -. E’ necessario ristrutturare le nostre aziende; è arrivata la stagione delle sinergie e delle aggregazioni».
Un altro elemento su cui puntare, ha dichiarato Andrea Beri (a.d. di ITA), sono le associazioni di categoria, al fine di far sentire la propria voce in Europa. «Da soli non possiamo far nulla – ha detto -. Dobbiamo unirci e ricorrere alle associazioni di categoria ed alle istituzioni europee: la Ue ascolta le richieste dei produttori sull’antidumping, e può darci una mano per difenderci a livello internazionale». Dalla politica, invece, non sono attesi aiuti. «Dopo ciò che è stato promesso e non realizzato dai governi precedenti – ha puntualizzato Angelo Cortesi (presidente Co.El) -, ormai non ci sono più aspettative. Credo che gli imprenditori debbano fare esclusivamente gli imprenditori, lavorare in azienda e cercare di trovare nuove strade».
Il presidente della Camera di Commercio di Lecco, Vico Valassi, ha ricordato la vicenda che ha portato all’acquisizione dell’acciaieria del Caleotto da parte del cavalier Lucchini, accogliendo con soddisfazione le rassicurazioni di Bajetti sul futuro del laminatoio lecchese del gruppo Lucchini, impianto fondamentale per tutto il distretto metalmeccanico della provincia.

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