Eredi Gnutti, crescono gli investimenti

Una nota positiva nell'esercizio, appena chiuso con una perdita di 5 milioni di euro. Fatturato in calo proprio come il patrimonio netto.

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(red.) Il Gruppo Egm (Eredi Gnutti Metalli) chiude il bilancio 2012-2013 in rosso. Come spiega una nota stampa del gruppo bresciano, pesano soprattutto il generalizzato calo della domanda italiana da un lato e, dall’altro, i maggiori costi sostenuti dalle società collegate, per una più rapida riorganizzazione produttiva verso prodotti a maggior valore aggiunto.
In particolare, ha inciso la fermata di tre mesi dell’impianto laminatoio sbozzatore a caldo per la sua totale sostituzione, operazione per la quale è stato necessario approvvigionarsi di semilavorati da terzi per garantire continuità nel servizio ad una parte della clientela. Tali acquisti hanno comportato dei costi maggiori rilevanti nella loro entità ma con la caratteristica dell’eccezionale occasionalità e non ripetitività per il futuro come del resto lo sono stati i costi sostenuti per le demolizioni e lo smontaggio relativi al vecchio impianto.
In continuità con gli ultimi anni, le difficoltà operative sono derivate principalmente dalla scarsità della domanda che rimane a livello tale da non consentire il sufficiente utilizzo degli impianti e la distribuzione dei costi fissi su maggiori unità di prodotto con un riscontro negativo nelle attività industriali di processo. Gli investimenti, pur in un contesto difficile, sono aumentati e sono stati pari a 8,7 milioni euro (7.031).
Il fatturato 2012-2013 è stato di 255.704 milioni di euro, in calo rispetto ai riccavi del 2011-2012 (272.561 milioni). Il patrimonio netto è sceso da 60.023 a 54.855. La perdita d’esercizio è stata di 5.166 mln, e il costo del lavoro è cresciuto a 19.678 milioni (18.278).
La Eredi Gnutti è stata fondata a Lumezzane, nei pressi di Brescia, nel lontano 1860 da Giacomo Gnutti come officina per la produzione di armi bianche. la S.A. Eredi Gnutti Metalli è andata incontro, nel corso dei decenni, a numerose diversificazioni produttive, sino a diventare, dal secondo dopoguerra in poi, una azienda metallurgica affermata a livello europeo nel settore delle barre di ottone e dei nastri di rame e di ottone.
I semilavorati prodotti si rivolgono a mercati diversificati come l’industria della rubinetteria e del valvolame acqua e gas all’automotive, le trancerie per contatteria elettrica alla produzione di caldaie e scambiatori di calore. Il tutto all’insegna del rispetto dell’ambiente: il ciclo produttivo che caretterizza l’attività aziendale prevede infatti l’utilizzo di materiali riciclati in quantità che possono superare il 90% del metallo impiegato, rendendo così il prodotto a bassissimo impatto ambientale.

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