Brescia, rallenta la caduta della produzione

Secondo il report trimestrale di Aib, il manifatturiero si è stabilizzato, segnando una flessione congiunturale modesta (- 0,2%) e un tasso tendenziale del - 7,3%.

(red.) Nel primo trimestre del 2013 l’attività industriale delle imprese manifatturiere bresciane,  secondo le rilevazioni del Centro studi di Associazione Industriale Bresciana, ha confermato i segnali di stabilizzazione, già parzialmente evidenziati negli ultimi tre mesi dell’anno scorso. Tuttavia, gli attuali livelli produttivi rimangono nel complesso particolarmente depressi e scontano, fra l’altro, l’endemica debolezza della domanda proveniente dal mercato interno e la perdita di vigore da parte di quella estera.
Nel dettaglio, la produzione industriale in provincia di Brescia ha registrato una flessione congiunturale modesta (- 0,2%), mentre il tasso tendenziale (ossia la variazione dell’indice nei confronti dello stesso periodo dell’anno precedente) risulta negativo per la sesta rilevazione consecutiva (- 7,3%). Il tasso acquisito, ovvero la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2013, è pari a – 3,6%.
La dinamica dell’attività produttiva del primo trimestre dell’anno ha comportato un nuovo minimo per l’indice grezzo della produzione industriale, mentre la distanza dal picco di attività pre-crisi (primo trimestre 2008) si è mantenuta intorno al 30 per cento.
Le prospettive a breve rimangono piuttosto negative e non lasciano intravedere, almeno per ora, alcuna decisa inversione dell’attuale tendenza declinante: le critiche condizioni del mercato del lavoro e l’incessante stretta creditizia su famiglie e imprese penalizzeranno la già particolarmente debole domanda domestica, mentre gli ordini dai mercati esteri rischiano di subire un’ulteriore frenata, alla luce della fragilità della ripresa nell’eurozona, nonché del rallentamento della crescita negli Stati Uniti (su cui gravano gli effetti del sequester in vigore dallo scorso marzo) e nei Paesi BRIC.
La disaggregazione della variazione della produzione per classi dimensionali mostra flessioni per le imprese micro (-3,7%), maggiori (-0,5%) e piccole (-0,4%); mentre incrementi sono stati registrati dagli operatori medio-piccoli (+1,3%), medio-grandi (+3,4%) e grandi (+3,0%).
La segmentazione per settore della dinamica congiunturale si caratterizza, anche in questo trimestre, per un’elevata eterogeneità fra i comparti manifatturieri.
L’attività produttiva è diminuita nei settori: calzaturiero (-7,6%), materiali da costruzione ed estrattive (-3,8%), chimico, gomma e plastica (-1,5%), legno e mobili in legno (-1,4%), maglie e calze (-1,3%), agroalimentare e caseario (-1,2%), meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (-0,6%), tessile (-0,1%); è invece aumentata nei comparti: carta e stampa (+0,5%), meccanica tradizionale e mezzi di trasporto (+0,6%), metallurgico e siderurgico (+0,7%), abbigliamento (+1,5%).
Gli ordini provenienti dal mercato domestico sono previsti in diminuzione dal 36% delle imprese, stabili dal 56% e in aumento dall’8%; quelli dai Paesi UE sono attesi in crescita dal 15% degli operatori, invariati dal 65% e in flessione dal 20%; quelli provenienti dai mercati extracomunitari dovrebbero crescere per il 18% del campione, rimanere stabili per 68% e diminuire per il 14%. La manodopera è attesa in aumento per il 5% delle imprese, invariata per l’81% e in diminuzione per il 14%.

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