Profughi, parrocchie e famiglie si muovono

Dopo l'appello di Papa Francesco, nella diocesi sono già 15 le comunità disposte all'accoglienza. E si candidano anche i privati. La Caritas: "Serve una settiamana".

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migranti-barcone(red.) Le parrocchie bresciane sono al lavoro per mettere in pratica quanto domenica 6 settembre ha chiesto Papa Francesco e il vescovo Luciano Monari prima, invitandole ad accogliere ciascuna una famiglia di migranti. Attualmente solo Botticino ne ospita alcune attraverso una cooperativa, mentre per il resto la Caritas diocesana è impegnata su più fronti per verificare le condizioni degli stabili dove accogliere gli stranieri.
Tramite la Caritas, che coordina le operazioni, ci sono già 15 strutture disponibili. Si parla di Casa Marcolini Bevilacqua a Brescia, hotel Mille Miglia, Solferino, Astron e altre ad Azzano Mella, Bassano Bresciano, Borgo Poncarale e Zone.
“Il vescovo di Brescia ha dato indicazione di seguire la strada della micro accoglienza”,  ha detto Giorgio Cotelli, direttore della Caritas di Brescia, “ma non sarà facile coordinare le attività sapendo che tre immigrati sono da una parte e altrettanti a chilometri di distanza”. Cotelli ha chiesto almeno una settimana di tempo.
A capo ci sono operatori, volontari e coordinatori che si occupano di fornire tutto il necessario e gestire corsi di italiano e laboratori di educazione civica. Nell’arco di una settimana, come dicono dalla Caritas, sarà pronto un piano con tutte le parrocchie bresciane disposte all’accoglienza dei migranti e a fornire loro dei servizi. Dall’altra parte si sta collaborando anche con la prefettura dopo che diverse famiglie si sono fatte avanti tramite la stessa diocesi e la Cgil per dare un posto alle famiglie di stranieri. Nel loro caso saranno le associazioni a decidere quali sono predisposte per farlo, evitando che l’accoglienza diventi business.
L’obiettivo, infatti, è continuare a puntare sulla micro accoglienza diffusa per non arrivare alla soluzione estrema di mega tendopoli che potrebbero creare problemi di ordine pubblico. Intanto, nel bresciano sono 1.150 i migranti e altri 300 sono in attesa di essere destinati dal centro di milanese di Bresso, mentre ogni giorno in base agli sbarchi vengono definiti fino a 20-30 posti. Lunedì 7 settembre la prefettura di Brescia ha ospitato un incontro con i dirigenti per pianificare le prossime mosse e un tavolo dei rifugiati.
Anche qui sono arrivate richieste dalle famiglie, ma il rischio è che, con il risultato di avere 35 euro al giorno per immigrato, si punti più sul guadagno che sull’ospitalità. Si continua a dialogare con la Valcamonica per progetti diffusi, ma sempre attraverso la mediazione delle associazioni che si trovano in difficoltà per gli ampi numeri da gestire. Gli accordi vanno anche nella direzione della bassa bresciana, mentre sembra giunto il momento di “rompere” la proporzione tra numero di residenti e presenze di migranti. A Pontevico, invece, i cittadini contrari all’arrivo dei profughi alla vecchia sede della polizia provinciale saranno mercoledì 9 settembre collegati con il programma di Rete 4 “Dalla vostra parte” come già avvenne per Collio. Giovedì 10 ci sarà un presidio di protesta.

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