Profughi, in 26 da Brescia a Corteno

Ventisei profughi trasferiti dalla città in Valcamonica. Cgil e Prc polemici sul ritardo nei soccorsi ad un migrante ferito a Montecampione. "Insostenibile".

(red.) Due nuovi fatti accaduti nelle ultime ore riportano drammaticamente al centro la questione dei profughi in fuga dall’Africa e ospitati in Valle Camonica(Brescia).
Ventisei persone sono state trasferite da un albergo della città, alla struttura di Corteno Golgi, in aggiunta alle sessanta già lì presenti. L’Nh hotel di Brescia, che aveva aperto le sue porte agli immigrati alla fine di luglio, ha ora “cessato il servizio” e i richiedenti asilo sono così stati trasferiti venerdì mattina a Corteno Golgi, alla casa per ferie Oasi (dove già si trovano 60 profughi).
Mentre il Tavolo sui migranti sta lavorando per definire il progetto della micro-accoglienza che prevede di distribuire i migranti in piccoli gruppi in diversi comuni della Valle, appare invece chiaro come, attualmente, la stragrande maggioranza dei profughi assegnati alla provincia di Brescia risulta trovarsi oggi in Valle Camonica.
Una situazione delicata, sulla quale è intervenuta, con una nota la Cgil di Brescia e di Valcamonica-Sebino, stigmatizzando le decisioni finora assunte nella gestione dell’emergenza.
“Ci chiediamo”, si legge nel testo della Camera del Lavoro, “se ciò accada per assecondare il preteso prestigio di qualche esponente leghista di rilievo in città, o se sia per assecondare l’esibizione dei muscoli in un non pacifico confronto interno a quel partito”.
“Per fare ciò”, continua la nota, “si decide sulla pelle dei profughi e senza tenere in considerazione alcuna la collettività di accoglienza. È ben vero che la struttura di Corteno Golgi vede la presenza stabile e continuativa della Croce Rossa e che, nonostante le diffidenze iniziali, è stato lì possibile realizzare un adeguato inserimento dei profughi, ma è altrettanto vero che il sopraggiungere di un numero non piccolo di nuove persone può alterare gli equilibri raggiunti. Inoltre la Valle Camonica ha ripetutamente chiesto che non ci fossero nuove assegnazioni, al fine di consentire una dignitosa sistemazione delle persone già presenti”.
La Cgil riferisce poi di un “grave episodio di Montecampione”, riguardante “ il ricovero d’urgenza di un profugo sottoposto in queste ore ad un delicato intervento chirurgico presso l’Ospedale Civile di Brescia”, fatto che, sottolinea il sindacato, “testimonia l’assoluta inadeguatezza della struttura ospitante. Al di là delle cause che hanno prodotto la richiesta  di un intervento urgente dei mezzi di soccorso, il ritardo con cui il profugo è stato ricoverato non è addebitabile unicamente alle difficoltà della viabilità, ma a chi ha deciso che poteva essere idonea all’accoglienza una struttura situata a 1800 metri di altitudine, in una situazione di assoluto isolamento, come abbiamo più e più volte denunciato”.
L’immigrato si è sentito male alle 7,30 di venerdì, ma è giunto in ospedale solo alle 10,30, con ritardi determinati dalle difficoltà di collegamento con Montecampione. Sembra che abbia riportato un trauma cranico e alcune fratture, esclusa l’ipotesi di una colluttazione tra gli utenti della struttura.
profughi.jpgÈ più che mai urgente, adesso”, scrive la Cgil, “che sia dia ascolto a chi si è fatto carico di proporre soluzioni dignitose e si dia attuazione ai progetti di accoglienza diffusa coordinati dalla Comunità Montana di Valle Camonica ed elaborati con il supporto e la competenza dello Sprar di Breno che da anni si occupa della materia”.
“È altrettanto urgente che il modello proposto dalla Valle Camonica”, conclude la nota della Camera del Lavoro bresciana e camuna, “fondato sulla collaborazione tra Enti Locali, volontariato, associazioni territoriali del Terzo Settore e Organizzazioni Sindacali, sia fatto proprio anche da altre realtà della provincia, al fine di garantire una equa distribuzione sul territorio provinciale dei profughi presenti”.
In merito all’episodio del ferimento e della difficoltà di soccorso al profugo rimasto ferito a Montecampione è intervenuto anche il Partito della Rifondazione comunista che punta il dito contro “il livello di inadeguatezza, per non dire di vera inciviltà, con cui questo governo tratta le persone in fuga dai paesi della miseria e dei conflitti”.
“Il caso del residence turistico di Montecampione, dove appunto si trovano decine di richiedenti asilo in attesa di conoscere la loro sorte sembrerebbe diverso, quasi una vacanza a spese dello Stato italiano”, si legge nella nota del Prc. “Ma l’isolamento, l’abbandono, la mancanza di contatti umani rende il soggiorno un inferno, ed è chiara la responsabilità della Stato, ed in particolare della Prefettura di Brescia, nel perdurare e nell’incancrenirsi di questa situazione”.
“Ora”, continua il comunicato del Prc, “l’episodio del profugo con la testa e le costole fracassate fa sorgeremolti dubbi sull’origine non accidentale, ma dolosa delle ferite, sempre che la condizione di ricattabilità di questo gruppo di profughi consenta una ricostruzione veritiera dell’accaduto”.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.