Rapito dal padre, mamma bresciana lotta per riavere il figlio

Odissea giudiziaria per un'ostetrica bresciana di 39 anni: il tribunale ha condannato l'ex per il rapimento del bambino, ma la donna è dal 2019 che non vede il figlioletto, ora 12enne.

(red.) La storia è delicata: parla di una famiglia che si spezza e di una madre che lotta da anni per vedere riconosciuti i propri diritti a vivere con il figlio, sottrattole dall’ex marito e portato in un paese lontano.
La vicenda, riportata da Il Giorno è ambientata tra Brescia e il Perù e ha come protagonista Alice, ostetrica di 39 anni, il figlio oramai 12enne e l’ex compagno da cui si è separata nel 2007.

L’uomo è stato condannato in primo grado dal tribunale italiano per il rapimento del figlio dopo che i giudici hanno affidato il minorenne in via esclusiva alla madre. Ma Alice è riuscita a vedere il proprio bambino, l’ultima volta, nel 2019, nonostante i numerosi viaggi intrapresi a Lima per incontrarlo e nonostante i due pronunciamenti a suo favore per l’affido dell’oramai ragazzino (sottratto dal genitore nel 2014, quando aveva solo 4 anni) da parte della giustizia italiana e, anche , di quella peruviana. Resta da vedere cosa decideranno i giudici sudamericani in Cassazione, cui si è appellato il padre, la cui sentenza è attesa a breve.

Nel frattempo la 39enne si è rivolta alla politica italiana, ai Ministeri degli Esteri e della Giustizia e al (futuro) Presidente della Repubblica, chiedendo che sia rispettata la convenzione dell’Aja dell’ottobre 1961.
La donna vive con il figlio più grande dell’ex compagno, avuto da una precedente relazione, e che il padre aveva prima abbandonato in Perù per poi portarlo in Italia quando si è sposato con Alice. L’uomo avrebbe quindi interrotto nuovamente i rapporti con il ragazzo, ora 26enne, una volta tornato a Lima con il figlio avuto dalla 39enne bresciana.

 

 

 

 

 

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