Morta per overdose, “bocciatura” bis per Paloschi

Respinto anche dalla Cassazione il ricorso del 39 enne accusato dell' omicidio preterintenzionale di Francesca Manfredi, 24enne deceduta per droga un anno fa.

(red.) Anche la Cassazione, dopo il tribunale del Riesame, respinge il ricorso presentato dai legali di Michael Paloschi, il 39enne finito in carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale per avere iniettato a Francesca Manfredi, 24enne di Fornaci, la dose fatale che le causò la morte nella notte fra il 22 ed il 23 agosto 2020.

La ragazza era stata trovata senza vita nella vasca da bagno della sua abitazione alla periferia di Brescia, dopo avere trascorso alcuni giorni di eccessi, tra alcol e droga, in compagnia di alcuni amici e conoscenti.

Per la morte della giovane, sono stati iscritti nel registro degli indagati  altre sei persone: Francesca Rinaldi, l’amica 25enne che avrebbe partecipato al festino, il tunisino Haythem Bouan, il pusher che avrebbe ceduto l’eroina mortale, Thomas Maroni, altro spacciatore che avrebbe venduto alla Manfredi dosi di ketamina, Sara Reboldi, 25enne che avrebbe acquistato ketamina da Maroni, ed il 30enne Franci Gjana, un altro personaggio gravitante nell’orbita dello spaccio e Mario Mborja, 30enne, prima latitante e che poi si è costituito, nelle scorse settimane, e che, dopo l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice, è tornato a piede libero.

Nel ricorso Paloschi chiedeva che venisse dichiarata l’inefficacia del provvedimento di carcerazione emesso a marzo “per omesso espletamento dell’interrogatorio di garanzia”.

Lo scorso 24 marzo Paloschi, dal carcere, aveva seguito l’udienza “da remoto” (causa normativa anti Covid), assistito da un sostituto del proprio avvocato il quale, invece, aveva presenziato in aula.

La presenza del sostituto legale in carcere era stata definita dal Gip “irrituale” ed il sostituto allontanato durante l’udienza. Questo avrebbe provocato, secondo il ricorrente, una privazione “dell’assistenza cui aveva diritto e derivandone dunque la nullità dell’interrogatorio di garanzia e la conseguente perdita di efficacia della misura” .

Un ricorso giudicato, prima dal Riesame e poi dai giudici della Cassazione, “illegittimo” e quindi rigettato. Paloschi è stato anche condannato al versamento delle spese legali, pari a 3mila euro.

Ai domiciliari, in attesa dell’udienza preliminare in programma il prossimo 15 settembre, restano gli altri quattro imputati accusati di spaccio. Un’amica della vittima, accusata invece di omissione di soccorso, è indagata  piede libero.

 

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