Processo Bozzoli, “nessuna traccia nei forni né nell’auto dell’imputato”

Ieri nuova udienza in tribunale sulla scomparsa dell'imprenditore lo scorso 2015. Aggiornato all'8 marzo.

(red.) Nella giornata di ieri, giovedì 25 febbraio, in tribunale a Brescia si è svolta la seconda udienza nell’ambito del processo a carico di Giacomo Bozzoli, accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere per la misteriosa scomparsa, nell’ottobre del 2015, dello zio imprenditore Mario da Marcheno, in Valtrompia, nel bresciano.

Ieri sono stati sentiti alcuni carabinieri che avevano fatto parte della squadra di ricerche, ma anche i Ris di Parma incaricati di analizzare ogni traccia possibile. Così è emerso che all’interno dei forni della fonderia, in cui si pensava che il corpo potesse essere stato gettato, in realtà non c’erano tracce. Ma nemmeno all’interno dell’auto di Giacomo Bozzoli e che, secondo l’accusa, sarebbe stato il mezzo con cui il nipote avrebbe portato all’esterno e in un posto sconosciuto lo zio.

Le relazioni depositate dai consulenti hanno anche sottolineato come i cani molecolari impiegati nelle ricerche non siano state portate verso i forni, ma una finestra e un cancellino dove tra l’altro non c’erano però tracce. Con la seconda udienza andata a favore della difesa di Giacomo Bozzoli, il processo è stato aggiornato al prossimo 8 marzo.

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