Gozzini assolto dopo delitto della moglie, procura ricorre in appello

L'accusa aveva chiesto l'ergastolo, il giudice lo aveva assolto riconoscendo il "delirio di gelosia" come patologia.

(red.) Aveva fatto molto discutere, salendo alla ribalta anche a livello nazionale, la sentenza con cui il tribunale di Brescia lo scorso 9 dicembre 2020 aveva assolto il 79enne Antonio Gozzini. L’uomo che nell’ottobre del 2019 uccise la moglie 62enne Cristina Maioli a coltellate. Il giudice, nonostante la richiesta di condanna all’ergastolo formulata dalla procura, aveva deciso di assolvere l’uomo per incapacità di intendere e volere.

E in particolare, come scritto nelle motivazioni, per un vizio di mente indotto da un delirio di gelosia che era stato indicato come una vera e propria patologia. Questo, anche dopo una perizia psichiatrica disposta sull’imputato. In base a quella sentenza, era stato disposto anche il trasferimento di Gozzini verso una Rems. Ma la procura di Brescia, come riporta il Giornale di Brescia citando fonti di indagine, ha presentato ricorso in appello.

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