Rapinata e costretta dal compagno violento a mentire: assolta

Nei giorni scorsi un'udienza ha visto imputata e vittima finire a parti invertite per quanto accaduto a inizio 2020.

(red.) Nei giorni precedenti a venerdì 5 febbraio il tribunale di Brescia ha ospitato un’udienza delicata in cui le parti alla fine si sono invertite. Così una donna, che sotto le minacce è diventata imputata, ora è passata come vittima di un uomo. Prima di sfociare a processo, la vicenda era partita nel gennaio del 2020 quando la donna, una 40enne residente in Valsabbia, aveva allertato i carabinieri dicendo di essere stata vittima di una rapina.

Ma per paura non aveva mai detto che si trattava del compagno violento. Un mese dopo quella denuncia la donna aveva rivelato agli stessi militari, su costrizione, di aver ritrovato tutto il materiale che diceva le era stato rubato. A quel punto per lei era scattata l’accusa di calunnia e simulazione di reato finendo a processo.

Pochi giorni prima che iniziasse il procedimento il compagno si è rifatto di nuovo vivo per minacciarla. Ma nell’udienza la donna ha denunciato proprio l’uomo per lesioni aggravate ed è stata quindi assolta dalle accuse. Tuttavia, rischia un altro processo per intralcio alla giustizia, mentre il compagno finirà alla sbarra.

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