Non è stata un’estorsione, assolto kosovaro di Rovato

L'uomo era stato arrestato dopo le accuse di un imprenditore delle piscine. Una richiesta di 400 mila euro con minacce. Ma secondo il giudice non è andata così.

(red.) Non si è trattato di estorsione, ma del tentativo (forse esagerato nei modi) di farsi pagare un debito. Nell’agosto 2018 un 38enne di origine kosovara abitante a Rovato era stato arrestato nel parcheggio di un supermercato di Capriolo dai carabinieri della compagnia di Chiari dopo che un imprenditore 55enne della zona del Sebino, attivo nel settore delle piscine, aveva denunciato un tentativo di estorsione da 400 mila euro condito da minacce e anche da un pugno.  Il 20 agosto i carabinieri si erano nascosti nel furgone della presunta vittima per assistere alla consegna di mille euro, uscendo e ammanettando il kosovaro in flagranza di reato.

Venerdì 23 ottobre in primo grado il kosovaro è stato assolto dalla seconda sezione penale del tribunale di Brescia mentre il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a quattro anni e mezzo di reclusione.
Il difensore, l’avvocato Patrizia Scalvi, ha dimostrato al giudice, che ha accolto la sua tesi, che il 38enne kosovaro non aveva avuto torto affermando di essere stato incastrato dall’imprenditore il quale, per non pagargli un lavoro, si sarebbe inventato la richiesta di 400mila euro e le minacce.
Le brusche richieste sarebbero state solo il tentativo di farsi pagare il dovuto, mentre i mille euro passati di mano non erano l’anticipo dell’estorsione, ma il saldo del debito da lavoro. Il giudice ha accolto questa versione dei fatti, mandando assolto l’imputato.

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