Processo per delitto Sana Cheema, padre e fratello non reperibili

Nessuna traccia dei due congiunti della giovane accusati di omicidio politico per aver strangolato la 25enne.

(red.) L’udienza preliminare che si è svolta ieri, martedì 30 giugno, in tribunale a Brescia per la morte della 25enne pakistana Sana Cheema è durata pochi minuti e subito rinviata. Infatti, i due imputati – il padre Mustafa Gulham e il figlio e fratello della giovane Adnan – sono irreperibili e non si sa dove siano finiti. Entrambi sono accusati di omicidio politico della congiunta che, secondo l’accusa, avrebbero agito perché la ragazza avrebbe rifiutato un matrimonio combinato.

La giovane era nata in Pakistan, ma cresciuta a Brescia dove si era creata una vita dalla residenza del quartiere Fiumicello e aveva ottenuto la cittadinanza italiana. Il giorno del delitto, nell’aprile del 2018, la 25enne sarebbe dovuta salire su un aereo che l’avrebbe riportata a Brescia. Invece, secondo l’accusa, venne strangolata dal padre e dal fratello.

Un delitto che in seguito aveva portato, a quasi un anno di distanza, il procuratore generale Pierluigi Maria Dell’Osso ad avocare l’indagine. Padre e fratello della giovane vennero arrestati e processati, ma poi assolti per mancanza di prove, in Pakistan. Ora gli inquirenti continueranno a cercare i due imputati in vista dell’udienza che è stata fissata al prossimo 3 novembre.

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