Droga da Valle al Sebino, avvocato denuncia pm

Il difensore accusa il magistrato Savio di abuso d'ufficio per incompatibilità ambientale e ora deciderà il tribunale di Venezia. Tutti a processo dal 2020.

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(red.) Nella giornata di ieri, lunedì 23 settembre, al tribunale di Brescia si è svolta un’udienza preliminare nell’ambito dell’inchiesta “Camaleonte” che ha portato a finire alla sbarra 29 persone per traffico di droga tra il Sebino e la Valcamonica e detenzione di armi. Si fa riferimento alla presunta banda formata da italiani e albanesi e con i fratelli Sallaku ai vertici e che durante la loro attività avrebbero mosso fino a 80 chili di droga, in particolare cocaina. Ma dal punto di vista giudiziario c’è da segnalare una novità.

Infatti, l’avvocato Stefano Sartorato e che ha annunciato di voler lasciare l’incarico della difesa ha denunciato il pubblico ministero Paolo Savio al tribunale di Venezia per abuso d’ufficio legato a una presunta incompatibilità. Ora, quindi, si dovrà attendere la decisione dei giudici veneti per capire come potrà andare avanti il processo. L’indagine che ha portato al procedimento era stata condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Brescia con i carabinieri di Breno e Clusone dallo scorso novembre 2017 e per traffico internazionale di droga dall’Albania.

Ai vertici ci sarebbe Saimir Sallaku con il fratello Taulant, ma anche altri italiani e albanesi, di cui due che avevano creato una raffineria a Osio Sotto. A livello giudiziario, uno è stato rinviato a giudizio, un altro ha patteggiato e altri 27 andranno a processo con rito abbreviato dal 2020. La prima udienza sarà il 22 gennaio, poi il 29 e il 5 febbraio.

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