Cassazione come Brescia, condanna a guardia medica

Un medico si era rifiutato di notte di raggiungere un hotel in provincia di Bergamo con bambini e insegnanti in preda a malori. Deve scontare quattro anni.

(red.) La Corte di Cassazione ha condannato a quattro mesi di reclusione, confermando la sentenza della Corte d’Appello di Brescia, una guardia medica che si era rifiutata di visitare di notte alcuni bambini alle prese con un malessere. Era successo nella notte tra il 19 e 20 febbraio 2015 all’interno di un hotel di Foppolo, in provincia di Bergamo. A un certo punto una comitiva di bambini inglesi e con due docenti si erano sentiti male con disturbi allo stomaco. E per questo motivo il titolare della struttura ricettiva aveva chiamato una guardia medica di turno per controllare la situazione. Ma il medico si era rifiutato e quindi era stato allertato il 112 in Val Brembana.

A distanza di quel periodo il caso è approdato in tribunale, a Brescia e ora anche alla Suprema Corte. L’uomo era accusato di rifiuto di atti di ufficio e gli è stato anche negato di commutare in sanzione la pena che gli è stata inflitta. Un vero e proprio delitto contro la pubblica amministrazione commesso da un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni e contro persone appartenenti a fascia debole: questa la motivazione dei giudici. Il fatto che tutti i bambini si sentissero male e avessero gli stessi sintomi dei loro maestri tra vomito e dissenteria avrebbe dovuto indurre la guardia medica a raggiungere l’hotel. Ma così non era stato. Portati in ospedale, ai pazienti erano stati accertati disturbi gastrointestinali.

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