Permessi per soldi, condannato ex addetto Loggia

Ieri la sentenza in abbreviato per Marco Renzi. Avrebbe chiesto fino a 1.000 euro ogni volta per rilasciare gli atti del ricongiungimento familiare agli stranieri.

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(red.) Nella giornata di ieri, martedì 16 luglio, il giudice di Brescia Paolo Mainardi ha condannato a 5 anni di reclusione – l’accusa aveva chiesto 8 anni e dieci mesi – l’ex dipendente comunale di palazzo Loggia Marco Renzi. Per lui il rito abbreviato ha visto le accuse di istigazione alla corruzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, induzione indebita, truffa e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ma del processo fanno parte anche altri, la maggior parte stranieri che hanno ammesso di avergli pagato la cifra che aveva chiesto. Si fa riferimento al periodo compreso tra l’aprile e il luglio del 2017 quando l’addetto avrebbe chiesto fino a 1.000 euro in contanti per ogni pratica a quanti si presentavano al suo sportello per la richiesta del ricongiungimento familiare.

Ma non solo, perché si sarebbe fatto dare anche delle tasse e dei marchi da bollo con l’intento di rilasciare i documenti. Gli intrallazzi erano stati scoperti da un giovane praticante straniero di uno studio legale che aveva deciso di denunciare la situazione. Di conseguenza si è arrivati in un’aula di tribunale. Oltre a Marco Renzi condannato, un altro straniero che ha scelto l’abbreviato ha ricevuto una condanna a un mese di reclusione. Altri quattro, tra indiani e pachistani, hanno scelto di patteggiare dai 2 anni a 3 anni e 4 mesi e fino a 2 anni. Rinvio a giudizio, infine, per altri quattro. Per l’ex dipendente la procura aveva chiesto il carcere, invece gli era stata disposta solo la sospensione dal lavoro.

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