Via Nicolini, a processo dopo una tentata violenza

Un 47enne nordafricano alla sbarra da ottobre dopo i fatti dello scorso novembre in un capannone dismesso e rifugio di senza tetto e dipendenti da droga.

(red.) I fatti accaduti lo scorso novembre 2018 in un capannone abbandonato di via Nicolini a Brescia, in città, ora finiranno in un’aula di tribunale. Il prossimo 1 ottobre, infatti, inizierà il processo con dibattimento a carico di un 47enne spacciatore tunisino che venne arrestato e condotto in carcere – da allora si trova ancora detenuto – per le presunte violenze sessuali ai danni di una madre bresciana tossicodipendente. Il nordafricano venne fermato dagli agenti della Polizia Locale grazie al cellulare che avrebbe rubato alla donna quella sera.

Pare, secondo la difesa della vittima, che lei stesse cercando dell’eroina all’interno di quello stabile e si sia trovata davanti al 47enne. L’uomo le avrebbe dato la droga, ma poi anche sottratto il telefonino e avrebbe cercato di violentarla. Tuttavia, la presunta vittima sarebbe riuscita a divincolarsi e salvarsi, denunciando poi quanto le era successo e parlando di quel cellulare che le aveva regalato una persona che si stava prendendo cura di lei. Al contrario l’uomo, che si difenderà in tribunale, dice di non averle mai dato la droga, né di averne abusato e ha ammesso di aver tenuto il cellulare come presunta garanzia di un prestito in denaro che le avrebbe fatto.

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