Eredità per figlio badante, chieste due condanne

Gli accusati avrebbero indotto un anziano imprenditore turistico a nominare uno di loro come unico erede del patrimonio. La sentenza sarà il 24 maggio.

(red.) Nella giornata di ieri, venerdì 3 maggio, al tribunale di Brescia si è svolta un’altra udienza nell’ambito del processo a carico di tre persone con l’accusa di circonvenzione di incapace. Si fa riferimento all’imprenditore turistico 92enne Vincenzo Risatti, di Limone sul Garda, che sarebbe stato spinto dalla badante moldava a indicare il proprio figlio come unico erede universale del suo patrimonio. Alla sbarra ci sono l’avvocato Luca Dagnoli che avrebbe permesso l’operazione, la badante Raisa Rusu e il figlio Denis di 39 anni.

Il sostituto procuratore di Brescia Ambrogio Cassiani ha chiesto tre anni di reclusione per il legale e il moldavo e l’assoluzione, invece, per la badante. Gli imputati, tuttavia, avrebbero sottolineato come l’imprenditore fosse in grado di intendere e di volere al momento del redigere il testamento e che non sarebbe stato condizionato. Il processo è stato aggiornato al prossimo 24 maggio quando arriverà anche la sentenza.

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