Rezzato, minacce e rapina a venditori auto: 2 condanne

8 e 5 anni di reclusione per due nomadi che nel 2011 avevano incastrato chi cedeva i propri mezzi. Con soprusi ed estorsioni, versavano solo un anticipo.

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(red.) Nella giornata di ieri, martedì 9 aprile, dal tribunale di Brescia sono arrivate due condanne e sei assoluzioni nell’ambito di un processo di primo grado che riguardava una serie di truffe ed estorsioni ai danni di chi era intenzionato a vendere la propria auto. Si fa riferimento all’inchiesta “Catafame” condotta negli anni passati dai carabinieri e legata a un campo nomadi di Rezzato, nel bresciano. La dinamica, secondo gli inquirenti, prevedeva che gli ignari utenti interessati a vendere i propri mezzi pubblicassero gli annunci su internet.

In seguito venivano contattati da qualche nomade residente nel campo e che intendevano procedere con l’acquisto. Quelli che poi si sono rivelati essere delle vittime, ottenevano un anticipo del 10% sul costo totale. Peccato che quella rimanesse l’unica cifra che il venditore riusciva a ottenere dopo aver consegnato il veicolo, perché poi partivano le minacce e i soprusi da parte dei nomadi, inducendo il primo ad accontentarsi di quella somma.

Tutto questo era emerso nel 2011 quando la caserma dei carabinieri di Rezzato aveva ricevuto tre denunce di furto, altre quattro per rapina, una per estorsione e cinque per truffa. Ora si è arrivati al processo, con due condannati a 8 e 5 anni di reclusione per diversi capi di imputazione. I loro legali attendono le motivazioni per procedere con il ricorso in appello.

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