Morte Ferremi, scontro in aula sulle consulenze

Per i periti della Corte d'Assise l'uomo sarebbe deceduto dopo la caduta per la spinta di una vicina dopo una lite. Per la difesa dell'imputata non è così.

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(red.) Ieri, giovedì 4 aprile, alla Corte d’Assise di Brescia si è tenuta un’altra udienza nell’ambito del processo per la morte di Fulvio Ferremi, 65 anni di Preseglie, deceduto nel novembre del 2015. Al centro della questione, il fatto se l’uomo sia morto per le conseguenze di una spinta da parte di una vicina per motivi di confine oppure per il precario stato di salute. A favore della prima posizione sono i periti nominati dal tribunale. Infatti, parlano di probabilità nel sanguinare da parte della vittima dopo la caduta che gli avrebbe provocato la rottura di una vena.

Per la seconda istanza, invece, sono i difensori dell’imputata Graziella Zanni, 68 anni, accusata di omicidio preterintenzionale. La donna, una settimana prima del processo, avrebbe spinto il vicino falegname dopo l’ennesima lite. Secondo loro, sul corpo dell’uomo non ci sarebbero tracce della caduta e quindi le scarse condizioni di salute e i farmaci avrebbero indotto Ferremi al decesso. Tra l’altro, la vicenda è tornata in tribunale dopo che i familiari della vittima si erano opposti alla richiesta di archiviazione. Il processo è stato aggiornato al 13 maggio quando ci sarà la camera di consiglio e la sentenza.

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