Castenedolo, condanna finale per operaio Musini

Ieri la Cassazione che ha respinto il ricorso dei legali dell'uomo per i fatti del 16 marzo 2015. Quel giorno venne trovata morta la moglie Anna Mura.

(red.) Nelle ore precedenti a mercoledì 6 marzo è diventata definitiva la condanna all’ergastolo a carico di Alessandro Musini, l’operaio 50enne che secondo i giudici ha ucciso la moglie Anna Mura lo scorso 16 marzo 2015. Così ha stabilito la Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso presentato dai legali dell’uomo contro la sentenza d’appello. Esito che, come in primo grado, aveva visto la condanna. La donna quella mattina venne trovata senza vita nella casa di Castenedolo, nel bresciano, da parte del figlio minore Danilo, quel giorno non a scuola, avvisando poi i vicini di casa. Del marito operaio, invece, non c’era più traccia fino al pomeriggio successivo quando venne trovato seduto su una panchina del parco di via Boves a Brescia e poi da lì condotto in carcere.

Gli esami hanno confermato la morte per 39 colpi subiti dalla donna con due oggetti, di cui un possibile batticarne. E a muovere tutti gli indizi contro il marito c’erano la presenza di macchie di sangue sui jeans. Lui, che si è sempre detto innocente, aveva detto di aver notato la donna priva di vita e di essere fuggito per paura. Al contrario, per gli inquirenti lui l’avrebbe colpita dopo l’ennesima lite perché la donna avrebbe voluto separarsi. Ora Musini dovrà scontare dietro le sbarre il resto dei suoi giorni.

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