Via soldi da mensa in questura, chiesti 5 anni

Ieri richiesta in tribunale durante il processo che si celebra con rito abbreviato. L'ex impiegata avrebbe incassato in modo illecito fino a 120 mila euro.

(red.) Dall’udienza celebrata con rito abbreviato ieri, giovedì 24 gennaio, l’accusa ha chiesto 5 anni di reclusione per l’ex impiegata civile della Polizia di Brescia dopo aver intascato migliaia di euro dalla “cresta” del ticket mensa. I capi di accusa nei suoi confronti, sostenuti dal pubblico ministero Ambrogio Cassiani sono quelli di peculato e falso ideologico. Secondo gli inquirenti, dal 2012 la donna attualmente 60enne avrebbe trattenuto per diversi anni una parte delle somme versate dagli agenti per la mensa e fino ad arrivare a un gruzzolo di circa 120 mila euro.

In seguito erano stati gli stessi poliziotti della questura di Brescia a capire che c’era qualcosa che non andava nel momento in cui facevano ordine tra i registri contabili. E dopo la scoperta era partita una segnalazione dalla prefettura alla procura facendo aprire le indagini. La donna è stata licenziata e tra le accuse connesse, oltre all’incasso delle somme, anche il fatto di aver falsificato le distinte con le somme realmente percepite. Il processo è stato aggiornato al 21 febbraio quando è prevista la sentenza.

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