Prostituzione e riti voodoo, chiesta condanna

Una nigeriana di 46 anni alla sbarra per sfruttamento e riduzione in schiavitù di tre ragazze. Chiesti 6 anni e otto mesi. Il 23 gennaio attesa la sentenza.

(red.) 6 anni e otto mesi di reclusione. E’ la richiesta finale dell’accusa giunta ieri, mercoledì 12 dicembre, dal tribunale di Brescia nei confronti della 46enne nigeriana Caroline John per sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitù. Tutto, in realtà, era partito da un’indagine della Guardia di Finanza di Milano che ha poi preso un’altra piega e facendo finire nel mirino la donna attraverso le testimonianze delle vittime e le intercettazioni. E’ emerso come la nigeriana avrebbe invitato altre connazionali a raggiungere Brescia con la promessa di un lavoro. Invece, almeno tre di loro, le parti offese, sarebbero state costrette a prostituirsi.

Con la minaccia di riti voodoo da parte della donna ai quali le nigeriane credevano nel funzionamento. Sembra che la 46enne tenesse per sé tutto il ricavato delle prestazioni delle ragazze e anche i loro documenti rendendole sue dipendenti e con l’impossibilità di scappare. E avrebbe loro restituito i passaporti solo nel momento in cui si sarebbero ripagate il riscatto per arrivare in Italia. Così, considerando il rito abbreviato, è arrivata la richiesta di condanna. Al contrario, la difesa della donna ha contestato i due capi d’accusa. Il processo è stato aggiornato al 23 gennaio per la camera di consiglio e la sentenza.

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