Sesso per permessi, addetto Loggia condannato

2 anni e otto mesi in primo grado per Claudio Lazzari che avrebbe preteso prestazioni da alcune donne per rilasciare il documenti su idoneità degli alloggi.

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(red.) Nella giornata di ieri, lunedì 5 novembre, il tribunale di Brescia ha condannato a 2 anni e otto mesi di reclusione Claudio Lazzari, il 57enne dipendente pubblico di palazzo Loggia che avrebbe preteso rapporti sessuali da alcune donne straniere che chiedevano l’idoneità alloggiativa. Si tratta di un documento importante per i migranti che puntano al ricongiungimento familiare, peccato che dietro lo sportello le interessate abbiano trovato un dipendente infedele. Almeno così è stato ritenuto dai giudici di primo grado e in rito abbreviato. In realtà l’accusa aveva chiesto sei anni di reclusione, invece la corte ha puntato a meno della metà.

Il dipendente dello sportello Edilizia del Comune di Brescia, attualmente ai domiciliari e sospeso dal lavoro, si era visto anche registrato di nascosto da un agente della Polizia Locale che aveva poi consegnato le prove agli inquirenti e facendo partire le indagini. Lazzari era accusato di induzione indebita, violenza sessuale e concussione a fronte della Loggia che si è costituita parte civile e incasserà 6 mila euro come risarcimento.

Lo stesso addetto ha già versato anche il denaro alle vittime, come disposto dal tribunale, per 1.500 euro a una donna africana e 2 mila a una cinese alle quali avrebbe chiesto la prestazione in cambio del documenti. Tra i destinatari, anche un uomo che si era sentito minacciare di dare 100 euro per avere il titolo abitativo. E durante le indagini si era scoperto che nella stessa situazione era finita anche la 29enne marocchina Alloumi Souad, sparita da casa la notte del 3 giugno e di cui non è mai stato trovato il corpo, con le accuse rivolte all’ex marito.

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