Rezzato, furbi del cartellino: uno patteggia

Timbravano, ma poi facevano lavori di idraulica in nero nelle case private usando mezzi comunali, tessera carburante e addebitando costi all'ente pubblico.

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(red.) Uno patteggia e l’altro andrà a giudizio con rito abbreviato a metà novembre. Sono i due ex dipendenti (licenziati) bresciani del Comune di Rezzato che erano stati arrestati dalla Polizia perché pizzicati ad essere furbetti del cartellino. In pratica, timbravano all’inizio della giornata, ma poi salivano su mezzi comunali per raggiungere le abitazioni private dove svolgere lavori di idraulica, rigorosamente in nero. Dopo varie segnalazioni sul loro doppio lavoro come privati e addetti pubblici, erano stati pedinati da tempo dalla municipale di Montichiari che aveva accertato la loro situazione illecita.

Così erano scattate le manette in flagrante dopo che i due erano appena usciti da un’abitazione. Ora si è passati al processo in cui i due sono accusati di truffa, peculato e false attestazioni. Uno di loro, riconoscendo di aver sbagliato, ha patteggiato una pena di 2 anni e mezzo, mentre l’altro ha scelto di presentarsi di nuovo in aula il 15 novembre. Si era scoperto, tra l’altro, che i due usavano la tessera carburante del Comune per rifornire i mezzi durante le loro uscite e addebitavano all’ente pubblico anche i costi dei materiali usati per i loro lavori.

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