Sandrini scomparso, imputato a Brescia

Il 32enne di Folzano che sarebbe ostaggio della jihad da due anni, è accusato di ricettazione di prodotti rubati e di aver commesso una rapina con complici.

(red.) Possibile ostaggio, ma anche latitante. E’ la posizione di Alessandro Sandrini, il 32enne bresciano di Folzano di cui non si hanno notizie dallo scorso luglio, periodo in cui era stato diffuso in rete un breve video che lo mostrava indossando, in ginocchio, una tuta arancione e alle sue spalle due uomini armati. Ma in Italia deve fare i conti con la giustizia. Infatti, al tribunale di Brescia sono aperti due processi a suo carico per rapina e ricettazione. Sandrini pare essere stato rapito al confine tra la Turchia e la Siria nell’ottobre del 2016 dopo che era ad Adana, in Turchia, mentre trascorreva un periodo di vacanza. Poi non si seppe più nulla fino a quando sarebbe dovuto rientrare in Italia.

Durante il 2017 e quest’anno erano arrivate varie telefonate ai familiari inducendo la procura di Roma ad aprire un’inchiesta per la scomparsa. Avvalorata dai video che lo riprende come un ostaggio e che chiede all’Italia di fare presto per evitare di essere ucciso. Ma nel frattempo a Brescia deve rispondere della sua seconda “vita” precedente alla partenza per la Turchia. Un mese prima di partire, nel settembre di due anni fa, il 32enne e l’ex compagna avrebbero cercato di piazzare a un negozio cinese vari computer e tablet che avevano rubato in una notte alla fine di agosto in un fast food di Desenzano. Il procedimento per ricettazione si è aperto ieri, mercoledì 17 ottobre, ma è stato rinviato a marzo in attesa di avere notizie dell’imputato. L’altro processo è per rapina commessa in un’attività commerciale prima di dirigersi in Turchia per le vacanze. Lo aveva fatto con alcuni complici che sono già stati giudicati.

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