Niente terrorismo, ma Sara resta sorvegliata

Per la giustizia la donna convertita all'Islam non è una jihadista, ma non si è mai opposta alla mentalità radicale. E quindi resta sotto osservazione.

(red.) Il suo caso è stato archiviato, non ha precedenti e si sta comportando bene, ma al momento non può esserle tolta la sorveglianza speciale. Soggetto protagonista è Sara Pilé, residente a Monticelli Brusati, nel bresciano e che nel 2015 venne indagata con il marito per arruolamento con finalità di terrorismo da parte della Digos della questura di Brescia con la procura. Il compagno è stato espulso, mentre lei è rimasta in Italia e, vista la condotta, il suo legale ha chiesto la revoca della sorveglianza.

Misura che il tribunale del Riesame ha respinto e quindi mantenendo la disposizione fino al 21 luglio 2019. All’epoca dell’indagine si parlava di terrorismo islamico e nel mirino erano finiti i post pubblicati da Sara Pilè sui social nel 2016. In quell’estate, con il marito, venne perquisita dopo il processo di conversione e nell’ottobre del 2017 si era vista archiviare la posizione. Ma nonostante la buona condotta e il comportamento positivo, secondo il Riesame la donna non si sarebbe mai voluta escludere dall’Islam radicale, tanto da camminare completamente coperta e con la voglia di ritrovare il marito tunisino espulso. E la sensazione è che Sara Pilé possa ricongiungersi al compagno con l’intento di aderire all’Isis e di provocare attentati.

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