Shalom, due sole condanne e tutti 40 assolti

4 mesi di reclusione a carico di due per sequestro di persona. Nessuna pena invece per tutti gli altri, compresa la responsabile suor Rosalina Ravasio.

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(red.) Si può dire, usando un detto, che la “montagna ha partorito un topolino” parlando del processo che mercoledì 27 giugno è arrivato alle battute finali nel tribunale di Brescia per il caso Shalom. Si tratta della comunità di recupero di Palazzolo sull’Oglio, nel bresciano, che era finita al centro delle indagini per le presunte violenze e maltrattamenti commessi nel 2009 dai responsabili nei confronti di alcuni ospiti. Tutto è sfociato nel processo con 42 imputati accusati di sequestro di persona e proprio di maltrattamenti e per i quali il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani aveva chiesto assoluzioni di massa.

Così in parte è stato, con quaranta accusati senza nessuna pena, ma due – Marco Belotti e Luca Fucci – che dovranno scontare quattro mesi per sequestro di persona e con pena sospesa. Per lo stesso capo di imputazione è stata assolta la fondatrice e responsabile della comunità suor Rosalina Ravasio insieme ad altri sei per non aver commesso il reato, mentre per i maltrattamenti sono stati tutti assolti. L’unico caso di sequestro di persona che sarebbe avvenuto è quello di Gianmarco Buonanno, figlio del procuratore di Brescia Tommaso al tempo in cui ancora non aveva questo ruolo.

Processo fortemente ridimensionato, quindi, per il giudice Roberto Spanò che ha pronunciato la sentenza. Ora ci saranno 25 giorni di tempo per conoscere le motivazioni. Il presidente della Shalom Primo Ghilardi e suor Rosalina Ravasio, che dice di aver ricevuto numerose chiamate di solidarietà dopo la sentenza, hanno rinviato a giovedì 28 giugno ogni commento.

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