Morta al Civile, ospedale deve risarcire familiari

La seconda sezione civile del tribunale ha disposto che la struttura dia 600 mila euro agli eredi di una paziente deceduta nel 2012. Si valuta appello.

(red.) Nei giorni precedenti a venerdì 23 marzo la Seconda Sezione Civile del tribunale di Brescia ha condannato l’ospedale Civile bresciano a risarcire con 600 mila euro gli eredi di G. A., una 73enne morta nel febbraio del 2012. Ne dà notizia l’associazione “Giustacausa” raccontando l’intera vicenda. Ai primi di febbraio di quell’anno, infatti, la donna cadde in casa in modo accidentale riportando la frattura del femore e quindi trasferita in Prima Ortopedia e Traumatologia al Civile.

“Nonostante le non ottimali condizioni di salute, si decise comunque di eseguire l’intervento chirurgico, il cui post-operatorio fu immediatamente caratterizzato da una marcata iperpotassiemia, un abnorme eccesso di potassio nel sangue. Tale condizione annoverabile tra le emergenze cardiologiche, e quindi necessitante di trattamenti tempestivi, mirati ed adeguati – scrive l’associazione – non venne tenuta in debito conto dai sanitari, che posero in atto solo rimedi blandi ed aspecifici”. Due giorni dopo l’intervento arrivò il decesso dell’anziana e, secondo i consulenti nominati dagli eredi, non sarebbe stato fatto il necessario per evitarlo.

La famiglia si era quindi rivolta all’associazione per vedere riconosciute le proprie ragioni davanti alle sedi competenti ed ora è stato disposto il risarcimento al marito e ai figli dell’anziana. E di fronte a questa vicenda è intervenuto il direttore generale del Civile Ezio Belleri interpellato da Bresciaoggi. “Non conosciamo ancora la sentenza, ma parlare di malasanità è eccessivo. Quello che scrive l’associazione Giustacausa è un’illustrazione molto semplificata della vicenda. Non posso entrare nei dettagli, ma le condizioni della paziente erano particolari, e tutto doveva essere gestito come è stato fatto. Parlare di malasanità è un’affermazione speculativa e rischia di non dare informazioni corrette” dice Belleri al quotidiano. Ora dall’ospedale si valuta di presentare ricorso in appello contro la sentenza.

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