Bozzoli, assolti Adelio e figlio. Fine indagini su Mario

Nessuna pena per i due nella vicenda del fucile trovato in villa Soiano del Lago. Sabato 13 gennaio scaduti i termini per la scomparsa dell'imprenditore.

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(red.) Doppio lato giudiziario, seppur distinto, nella vicenda di Bozzoli. Partendo da quanto accaduto venerdì 12 gennaio, il giudice del tribunale di Brescia Roberto Spanò ha deciso di assolvere Adelio e il figlio Giacomo dall’accusa di detenzione di arma da sparo. Si tratta di un fucile che Adelio – fratello dell’imprenditore Mario, scomparso l’8 ottobre del 2015 dalla fonderia di via Gitti a Marcheno – aveva vinto, come ha rivelato lui stesso, a un’asta benefica.

L’arma venne trovata in casa di Giacomo e della compagna in una villa di Soiano del Lago durante un controllo nel periodo in cui si concentravano le indagini proprio per la sparizione del titolare della fonderia. Erano stati trovati dei proiettili e l’arma, poi giustificati da Adelio come di suo possesso. Il fucile era stato regolarmente denunciato e, secondo il pubblico ministero, il figlio Giacomo era a conoscenza di averlo in casa. Per questo erano stati chiesti più di 8 mesi di reclusione. Invece, agli occhi del giudice ha prevalso la teoria difensiva. In pratica, non si tratta di alcun reato, se non la possibile contravvenzione, mai arrivata, per la mancata denuncia del trasferimento.

Quindi Giacomo e Adelio Bozzoli tornano a essere liberi. Il primo, in realtà, non del tutto. Infatti, con il fratello Alex e gli operai della Bozzoli Oscar Maggi e Akwasi Aboagye “Abu” è indagato per omicidio e distruzione di cadavere dalla procura di Brescia nella vicenda della sparizione dell’imprenditore. Proprio sabato 13 gennaio sono scaduti i termini d’indagine, quindi si punterà l’attenzione sui quattro. Per un filone collegato anche alla morte per avvelenamento dell’altro addetto Giuseppe Ghirardini.

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