Shalom, psicologo testimone rischia imputazione

Il professionista della comunità di recupero di Palazzolo al centro dei presunti maltrattamenti sugli ospiti potrebbe essere indagato per i suoi modi.

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(red.) Da testimone a possibile indagato e quindi imputato. Si parla della vicenda sui presunti maltrattamenti che sarebbero stati perpetrati da parte del personale della comunità di recupero “Shalom” di Palazzolo, nel bresciano, sugli ospiti. Tanto che l’intera situazione è approdata in tribunale a Brescia dove è in corso il processo a carico di 43 indagati. Tutti, compresa la gestrice suor Rosalina Ravasio, accusati dei maltrattamenti e di sequestro di persona in concorso.

Questi fatti sarebbero avvenuti tra il 2006 e il 2013 ed è il sostituto procuratore di Brescia Ambrogio Cassiani ad aver aperto l’inchiesta e a far finire alla sbarra gli imputati. Ma potrebbe aggiungersi un altro. Si tratta dello psicoterapeuta Lionello Tabaglio che mercoledì 15 novembre è stato chiamato a testimoniare durante il processo. Ha raccontato i modi in cui gli ospiti vengono inseriti all’interno della comunità, ma suo malgrado rischia di rimanere coinvolto dalle accuse.

Infatti, è emerso che per convincere una persona ad ammettere di avere problemi di tossicodipendenza e quindi a entrare in Shalom, il professionista lo avrebbe in qualche modo attirato nel 2009. L’ignaro stava portando della biancheria al fratello all’interno della struttura e lo psicologo gli avrebbe tolto le chiavi dell’auto per non farlo più ripartire. Una situazione che ha spinto il giudice Roberto Spanò a sospendere il processo e a rinviare gli atti alla procura di Brescia per verificare la posizione del professionista che potrebbe essere indagato. Tanto da ricevere l’invito a presentarsi di nuovo a processo alla ripresa il 17 gennaio, ma stavolta con un avvocato.

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