Sequestro di un 25enne, condanne in appello

Nel 2013 Samir Sharama venne rapito per una disputa familiare per un terreno. In ballo un riscatto di 5 mila euro. Arrivata anche sentenza di secondo grado.

(red.) Venerdì 17 febbraio dal tribunale di Brescia sono arrivate le condanne in appello nei confronti di otto persone, tutte egiziane, di cui una donna con passaporto italiano. Erano imputati per un sequestro di persona che avevano messo in atto nel 2013 a Quinzano, nel bresciano, ai danni di un 25enne, Samir Sharama. Si trattava di una disputa familiare legata ai guadagni derivanti da un terreno. In pratica, alcuni componenti di una famiglia avevano preteso del denaro dall’altra e, di fronte al rifiuto, avevano organizzato il rapimento.

In quel modo avevano cercato di estorcere denaro, prima presentando la richiesta di un riscatto per 10 mila euro, poi ridotta a 5 mila. Dopo le condanne in primo grado, sono giunte anche quelle in appello, leggermente ridotte. Eid Farag Abdel Moez El Sayed, zio della vittima e mandante del sequestro, deve scontare 12 anni e nove mesi di reclusione. 12 anni e otto mesi, invece, per Monica El Sanafawy e il compagno Eab Eadwan Morab Rabie che hanno organizzato il rapimento.

Per tutti gli altri, esecutori e che hanno fornito il posto dove tenere in ostaggio il 25enne, sono arrivate pene per circa 10 anni. Reda Mohamedy, invece, attualmente libero, ne ha avuti 6. Tranne quest’ultimo e la donna, che all’epoca dei fatti era appena diventata madre, gli altri si trovano in carcere e saranno espulsi quando avranno scontato la pena. Dietro le sbarre finirà poi la stessa donna dopo il periodo seguito alla maternità.

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