Soffiantini e Donatoni, Cubeddu chiede revisione

Il 69enne latitante era stato condannato all'ergastolo per l'uccisione dell'ispettore nell'ambito del sequestro dell'imprenditore. Chiede nuovo processo.

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(red.) E’ uno dei misteri di cronaca nera e giudiziaria italiana, in questo caso bresciana. Si fa riferimento al sequestro dell’imprenditore Giuseppe Soffiantini avvenuto negli anni Novanta. Della vicenda fa parte anche l’uccisione dell’ispettore dei Nocs Samuele Donatoni, avvenuta in un conflitto a fuoco il 19 ottobre 1997. Al centro di tutto questo c’è il bandito sardo Attilio Cubeddu, oggi 69enne e latitante dal 1997, tra i più pericolosi in Italia.

L’uomo è coinvolto nel sequestro di Soffiantini, per il quale è stato condannato a 30 anni di reclusione, oltre all’omicidio di Donatoni, episodio per cui ha ricevuto un’altra condanna, stavolta all’ergastolo. Quel 19 ottobre del 1997 l’ispettore venne ucciso da un colpo sull’autostrada Roma-L’Aquila. Gli accertamenti negli anni successivi avevano constatato che il proiettile fosse partito da un kalashnikov in dotazione alla banda e non da una pistola della polizia.

Tuttavia Giovanni Farina, tra i complici di Cubeddu, venne assolto dall’accusa di aver compiuto quell’omicidio. Di fronte alla differenza di ipotesi su chi abbia ucciso l’agente, la notizia delle ore precedenti al 7 febbraio riguarda la richiesta di revisione del processo formulata dai legali del 69enne e che aveva portato all’ergastolo.

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