Brescia, Tar contro Comune su variante al Pgt

I privati titolari di diritti edificatori nell'area Passerini si sono visti dare ragione. Tribunale: "Sono acquisiti, vanno tutelati, non da cancellare".

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(red.) Martedì 17 gennaio il comune di Brescia ha incassato una batosta giudiziaria da parte del Tar di via Zima. Al centro della questione ci sono i diritti edificatori dei privati che erano stati “cancellati” nel febbraio del 2016 con l’approvazione della variante al piano di governo del territorio. La zona di riferimento è l’area Passerini, circa 270 mila metri quadrati tra via della Volta e viale Duca degli Abruzzi sui quali i privati avevano studiato dei piani attuativi per realizzare edifici di loro interesse.

Ma la variante al Pgt aveva di fatto soppresso queste ambizioni, in virtù della legge della Regione Lombardia che indica di non consumare suolo. Nel momento in cui i privati si sono visti azzerare i diritti acquisiti, hanno impugnato il provvedimento di palazzo Loggia al tribunale amministrativo. Martedì è arrivato il pronunciamento del giudice che, in parte, ha dato ragione a loro. In pratica, quei diritti erano stati acquisiti e per aree su cui erano stati costruiti piani attuativi rispettando i termini di legge.

Ora il comune, come disposto dal Tar, avrà sei mesi di tempo per definire i piani di trasformazione urbanistica per i successivi tre anni. La sentenza ha scatenato le opposizioni in consiglio comunale, a partire da Forza Italia che chiede le dimissioni dell’assessore competente Michela Tiboni. Mentre altri parlano di “dilettanti in giunta” e di “amministrazione superficiale”. Lo stesso assessore ha però anticipato che l’atto del Tar potrebbe essere impugnato al Consiglio di Stato.

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