Terrorismo, ossessione per Briki e Waqas

Depositate le motivazioni sulla condanna a 6 anni dei due residenti a Manerbio e che avrebbero voluto compiere un attentato alla base militare di Ghedi.

(red.) Lassad Briki e Muhammad Waqas sarebbero potuti essere dei lupi solitari al fianco dell’Isis per compiere attentati in Italia, in particolare all’aeroporto militare di Ghedi, nel bresciano. E’ la sintesi che emerge dalle motivazioni della sentenza di condanna pronunciata dal giudice della Corte d’Assise di Milano il 25 maggio e rifilando sei anni di carcere a ciascuno dei due. Dal testo steso dalla presidente della corte, è emerso come i due, soprattutto Briki, il più attivo, fossero ossessionati dal voler portare la jihad (guerra santa) in Italia commettendo un attentato.
Essendo residenti a Manerbio, nel bresciano, dove sono stati arrestati, nonostante avessero un regolare permesso di soggiorno e un lavoro, il loro obiettivo era di colpire la base di Ghedi. Questa situazione emerge anche dalle intercettazioni telefoniche iscritte nell’indagine che ha portato al processo e alla condanna per terrorismo internazionale. Secondo il giudice, l’intenzione dei due era quella di applicare le indicazioni dell’Isis. Non agire per forza, quindi, con gruppi e commando organizzati, ma anche singoli o in coppia. Di fatto, quindi, il tunisino e il pakistano finiti in carcere sono ritenuti dei terroristi solitari.
Tra i commenti politici alle motivazioni sono arrivati quelli dell’assessore lombardo all’Urbanistica e Territorio Viviana Beccalossi che sta conducendo una battaglia con le moschee, per le quali ha chiesto ai sindaci di censirle e segnalarle. “E’ sufficiente un singolo fanatico che metta in pratica la follia di quanto dice l’Isis. E’ l’ossessione di compiere attentati mi mette i brividi” ha detto. Intanto, sul fronte del terrorismo, venerdì 29 luglio ci sarà l’udienza preliminare per Alali Faowaw, il 30enne siriano in carcere dopo essere stato fermato all’aeroporto bergamasco di Orio al Serio. Secondo l’accusa, avrebbe partecipato all’Isis e sarebbe entrato in Italia con un passaporto falso per commettere atti di terrorismo. Il giorno del fermo era diretto verso Malta, forse per attività di reclutamento.

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