Permessi soggiorno, Corte Ue condanna Italia

Secondo Lussemburgo, tra gli 80 e 200 euro imposti dalle prefetture sono troppi per il rilascio dei documenti. E inizia l'assalto degli stranieri al ricorso.

(red.) Sta iniziando ad avere i primi effetti da boomerang la sentenza emessa nel settembre del 2015 dalla Corte di Giustizia Europea sul rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno agli stranieri. In Italia, infatti, gli uffici delle prefetture che rilasciano questi documenti, chiedono un importo che varia dagli 80 ai 200 euro ciascuno. Cifra troppo alta, però, secondo la Corte di Lussemburgo, ma il Governo non si è ancora messo in regola. Risultato: i primi nove cittadini extracomunitari hanno presentato ricorso al Tar di Milano contro i ministeri dell’Interno, dell’Economia e la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il ricorso è stato accolto dal giudice e quindi lo Stato dovrà restituire 1.200 euro. La sentenza rischia di avere effetti a catena, tanto che il 22 settembre toccherà al Tar di Brescia pronunciarsi sul ricorso di altri stranieri. Con la possibilità che lo Stato debba mettere mano alle risorse. In sostanza, la Corte Europea ammette il pagamento del contributo in cambio del rilascio o rinnovo della carta di soggiorno, ma entro certi limiti e così tra gli 80 e i 200 euro paiono troppi. In particolare, perché non dovrebbero rappresentare un ostacolo per chi intende soggiornare per lungo periodo. In più, il giudice è libero di agire senza dover aspettare l’intervento del Parlamento.

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