Delitto Castenedolo, prima ragione per Musini

(red.) Mercoledì 29 giugno alla Corte d’Assise di Brescia si è svolta un’altra udienza nell’ambito del processo a carico di Alessandro Musini, l’operaio di 52 anni accusato di aver ucciso la moglie Anna Mura il 16 marzo del 2015 a Castenedolo, nel bresciano. Davanti al giudice Anna Di Martino, si è data parola ai consulenti tecnici a proposito del contatore elettrico della casa in via Matteotti. L’imputato, infatti, da sempre si smarca da ogni accusa e ha detto di aver visto la televisione per una parte della mattina e poi sarebbe uscito. Nel momento in cui è rientrato, avrebbe visto la donna a terra in un lago di sangue e avrebbe tentato di soccorrerla. Ma in preda ad uno stato di shock è poi scappato in auto. L’uomo è stato trovato e bloccato il giorno successivo.
Le perizie confermano un aumento di tensione elettrica negli orari indicati da Musini, mentre un carabiniere chiamato a testimoniare ha detto di aver sentito uno dei figli della donna parlare di un pugno subito da Anna Mura. Episodio per il quale sarebbe stata presentata una denuncia, ma in realtà mai arrivata. Al termine dell’udienza il giudice ha nominato Vincenzo Agostini per svolgere altri sopralluoghi all’interno della casa del delitto e dove partiranno il 12 luglio. Si vuole capire perché siano state raccolte poche tracce di sangue e in quale posizione fosse la vittima. Il processo è stato aggiornato a settembre quando verrà anche stabilito se il sangue trovato sui vestiti di Musini sia dovuto a un tentativo di soccorso oppure durante il presunto omicidio.