Stalking, chiesti 30 mesi per Elena Perotti

Istanza avanzata dal pm per la donna accusata di aver perseguitato il fidanzato William Pezzullo prima di gettargli l'acido. Sentenza il 4 luglio.

(red.) Il pubblico ministero di Brescia Barbara Sisci venerdì 10 giugno ha chiesto la condanna a 2 anni e sei mesi di reclusione per Elena Perotti, imputata di stalking nei confronti dell’ex fidanzato William Pezzullo. L’udienza di venerdì faceva parte proprio del processo in cui la 27enne è accusata di aver portato avanti un comportamento minaccioso nei confronti del vecchio compagno per tenerlo sempre al suo fianco e attribuendo la paternità del primo figlio. Fino alla violenza, avvenuta il 19 settembre del 2012 quando la ragazza, con un complice, gettò un secchio di acido muriatico contro lo stesso Pezzullo, sfigurandolo.
Per quell’azione la donna, insieme alla persona che era con lui, è stata condannata a otto anni di reclusione da trascorrere all’interno di una comunità. Qui si è sposata con un uomo conosciuto nella struttura protetta e dal quale ha avuto un altro figlio. Ma il processo che venerdì ha visto celebrarsi un’altra tappa riguarda gli atti che la donna avrebbe compiuto contro l’ex fidanzato prima di arrivare all’agguato. Quest’ultimo aveva lasciato Elena Perotti prima del raid con l’acido e in quel periodo la donna aveva cercato in ogni modo di non allontanarlo.
L’avvocato del giovane di Travagliato, Carolina Margani, ha presentato la documentazione composta di messaggi che Perotti e Pezzullo si scambiavano su Facebook, ma anche quelli che la donna inviava alle amiche. Si parla di pedinamenti e persecuzioni, senza che, secondo l’avvocato del giovane, ci fosse un minimo segno di pentimento. Anzi, la Perotti sarebbe stata lucida nei suoi intenti. Il processo è stato aggiornato al 4 luglio quando sarà conclusa l’arringa della difesa della 27enne e il giudice Tiziana Gueli, dopo la camera di consiglio, pronuncerà la sentenza.

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