Stamina, quattro bresciani alla sbarra

Medici ed ex dirigenti dell'ospedale Civile a processo dal 27 settembre a Torino per truffa sul trattamento sanitario. Altri nove erano stati già giudicati.

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(red.) Giovedì 9 giugno il tribunale di Torino ha ospitato un’udienza nell’ambito del processo Stamina e rinviando il procedimento al 27 settembre quando inizierà il dibattimento davanti al giudice. Alla sbarra ci saranno quattro bresciani, dipendenti ed ex dirigenti dell’ospedale Civile, tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e somministrazione di farmaci pericolosi. A loro sono contestati gli episodi riferiti al periodo dall’estate del 2011 al maggio del 2012 quando l’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, ordinò la sospensione del trattamento. Ma continuato su disposizione dei giudici.
I professionisti in questione sono l’ex direttore sanitario del Civile Ermanna Derelli, il primario di Oncoematologia pediatrica Fulvio Porta, la direttrice del laboratorio di cellule staminali Arnalda Lanfranchi e la responsabile della segreteria scientifica del comitato etico Carmen Terraroli. Nel processo si sono costituiti parti civili l’Aifa e il ministero della Salute. La vicenda si riferisce all’inchiesta che era stata aperta dal pubblico ministero di Torino Raffaele Guariniello per il trattamento che veniva adottato su alcuni malati neurodegenerativi usando le cellule staminali.
Una tecnica, chiamata appunto “Stamina”, ideata dal medico Davide Vannoni, ma non riconosciuta nè dall’Aifa e nemmeno dal ministero. Per quel motivo il giudice delle udienze preliminari Potito Giorgio aveva mandato a giudizio tredici persone. Quattro sono quelle che saranno giudicate da settembre. Per gli altri nove, tra cui Vannoni, il processo si era concluso a marzo 2015 nel rito abbreviato. Oltre all’ideatore, c’erano Mario Andolina, Erica Molino e altri quattro che hanno patteggiato da 1 anno a 1 anno e dieci mesi di reclusione. Gli ultimi due, Carlo Tomino (Aifa) e Marcello La Rosa, collaboratore di Vannoni, al termine del dibattimento avevano incassato rispettivamente 2 anni e sei mesi.

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