Fallimento Stabiumi verso il processo

L'accusa ha chiesto il rinvio a giudizio di sei persone collegate al crac finanziario da 30 milioni di euro del caseificio di Azzano Mella nel 2011.

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Tribunale(red.) Il fallimento del caseificio Stabiumi di Azzano Mella, nel bresciano, avvenuto nel 2011, è a un passo dal processo. Il pubblico ministero Roberta Amadeo ha depositato nell’ufficio del giudice delle indagini preliminari la richiesta di rinvio a giudizio per sei persone. Si tratta di Onorato e Giacomo Stabiumi, padre e figlio e titolari della struttura fallita prima dell’arresto e del carcere. Con loro sono imputati anche il consulente finanziario P. A. che era finito in manette, Celestino Assoni, Salvatore Granatello e il presidente del collegio sindacale Giuseppe Gardoni.
Sono tutti accusati di bancarotta fraudolenta, dichiarazione infedele, false comunicazioni sociali ed evasione fiscale. La procura contesta loro di aver partecipato al crac finanziario da 30 milioni di euro. Al contrario, è stata chiesta l’archiviazione per Clara, Amato e Ginevra Stabiumi, Alberto Tagliabue, Filippo Spazzini, Carlo Alberto Sarosi, Ugo Morandi, Roberto Viola e Paolo Andreasi. Erano stati tutti indagati, ma l’accusa non ha riscontrato prove. L’indagine della Guardia di Finanza aveva puntato anche sulla distrazione di 23 milioni di euro. Di questi, 2 milioni incassati dalla vendita delle forme di grana quando il caseificio era ormai chiuso.

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