“Paraga” in Italia, “temo questa giustizia”

Hanefija Prijic, che ordinò l'uccisione dei volontari bresciani durante nel 1993, venerdì 19 è sbarcato a Linate. Sarà trasferito poi a Brescia.

Foto da Bresciaoggi

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(red.) Venerdì 19 febbraio è atterrato all’aeroporto di Milano Linate Hanefija Prijic, detto “Paraga”, l’uomo che il 29 maggio del 1993 fece bloccare un convoglio di cinque volontari diretti in Bosnia per aiutare le popolazioni colpite dalla guerra. Si tratta della strage di Gornji Vakuf, quando Fabio Moreni, Sergio Lana, Guido Puletti, Agostino Zanotti e Christian Penocchio raggiunsero lo Stato straniero per portare viveri, medicinali e sostegno. Il loro mezzo, però, venne fermato dal battaglione militare guidato da Prijic che aveva poi fatto perquisire il veicolo dei volontari portando via vari oggetti al gruppo bresciano. Dopo quel blitz, i cinque tentarono di scappare, ma Moreni, Lana e Puletti vennero uccisi a colpi di mitragliatrice. Zanotti e Penocchio, invece, riuscirono a salvarsi e divennero poi testimoni di quella tragedia. Per quei fatti “Paraga” venne condannato in Bosnia a 15 anni di carcere, poi ridotti a 13, pena che è stata scontata. Ma dovrà presentarsi all’appuntamento con la giustizia bresciana.
I pubblici ministeri Silvia Bonardi e Valeria Bolici, infatti, hanno preso in carico il fascicolo che vede accusato Prijic di omicidio politico. “Paraga”, dopo aver terminato il carcere, era stato arrestato all’aeroporto di Dortmund in ottobre perché risultava destinatario di un mandato di cattura internazionale emesso proprio dalla magistratura di Brescia. Completate le procedure di estradizione, venerdì 19 è arrivato a Linate dove ad attenderlo c’era la polizia penitenziaria e la Digos di Brescia. Le uniche parole pronunciate da Prijic sono state “temo la giustizia italiana”. Poi è stato portato nel carcere di San Vittore dove nei giorni successivi potrebbe essere sottoposto a un primo interrogatorio. In seguito sarà trasferito nell’istituto di pena Canton Mombello a Brescia in vista del processo. Quando Penocchio e Zanotti, gli unici sopravvissuti, potranno vederlo in faccia.

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