Armi delitto “Da Frank”, cinque accusati

Venerdì 12 si decide sul processo richiesto per quattro indiani e un italiano. Avrebbero fornito fucile e pistola per omicidio e tentato

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da-frank-pizzeria-mandolossa(red.) Venerdì 12 febbraio al tribunale di Brescia si terrà l’udienza preliminare per decidere sul rinvio a giudizio di quattro indiani e un italiano coinvolti nella vicenda dell’omicidio di Francesco Seramondi e Giovanna Ferrari, titolari del bar pasticceria pizzeria “Da Frank”. Ma la posizione degli accusati non riguarda proprio il delitto, bensì l’aver fornito le armi a chi lo ha compiuto. Per loro il pubblico ministero Valeria Bolici che ha coordinato le indagini ha chiesto il procedimento, ma sarà il giudice a decidere sulla loro posizione. Si tratta di Gurrjeet Singh e Jasvir Lal, residenti in provincia di Cremona, che avrebbero dato il fucile per l’omicidio, di cui il primo sarebbe stato informato in precedenza sull’uso.
Il terzo è Harjaap Singh che, secondo l’accusa, avrebbe venduto una pistola a chi poi l’ha usata tentando di uccidere Arben Corri, dipendente di “Da Frank”. Su questo, in realtà, si valuta anche la detenzione da parte di un italiano residente a Piacenza. L’ultimo è Gurjiender Singh, reo di aver rilasciato false dichiarazioni all’autorità giudiziaria. Sul processo per l’omicidio e tentato omicidio, invece, non sono ancora state fissate le date. Quattro familiari di Francesco Seramondi e due di Giovanna Ferrari hanno già annunciato l’intenzione di costituirsi parti civili.

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