Appalti “amici”, chieste sette condanne

In abbreviato, il pm ha presentato istanze da 2 fino a 7 anni per dirigenti e imprenditori nel presunto giro di lavori concessi in modo irregolare.

broletto-preffettura-provincia(red.) Il pubblico ministero di Brescia che ha condotto l’indagine nell’ambito di presunte irregolarità sulla concessione degli appalti ad opera dell’assessorato provinciale ai Lavori pubblici, ha chiesto le condanne per sette imputati. Tutto era partito nell’aprile del 2014 quando era stata avviata un’inchiesta sullo presunto stoccaggio di rifiuti da demolizione sotto la strada Lenese, Paullese e la Sp 345 tra Collio e Bagolino. Materiali, per circa 100 mila quintali, che sarebbero stati riconducibili all’impresa di Mariano Gaburri, poi finito agli arresti. Le manette e la disposizione dei domiciliari erano scattate anche per P.B. che in quel periodo era funzionario al Broletto. L’inchiesta aveva portato a iscrivere nel registro degli indagati dieci persone con varie accuse tra peculato, falso ideologico, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, corruzione e istigazione alla corruzione.
Si aggiungono anche quelle di frode in pubbliche forniture e traffico illecito di rifiuti. Inoltre, alcuni dirigenti si sarebbero impossessati di denaro pubblico con cui favorire negli appalti eventuali aziende amiche. Nell’udienza di martedì 26 gennaio al tribunale di Brescia sono state formulate con rito abbreviato le richieste di condanna a 7 anni per P.B., libertà vigilata per Adriano Bortolotti, 4 anni per Carlo Faccin e 6 anni per Bortolo Perugini, dirigenti dell’assessorato ai Lavori pubblici della provincia, 3 anni per l’imprenditore Mariano Gaburri. 2 anni e sei mesi per Piergiuseppe Valentini e 2 anni per Stefano Zilio. Altri due imputati, Mauro Da Polenza e Albino Omodei, saranno giudicati in dibattimento. Il processo è stato aggiornato al 3 maggio.

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