Morta di parto, pm chiede di archiviare

Stella Migale è deceduta nel 2014 a Desenzano dopo aver dato alla luce il figlio Andrea, spento sei mesi dopo. Accusa non vede responsabilità.

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Migale(red.) A distanza di pochi giorni da quel 31 dicembre del 2015, quando Giovanna Lazzari e la figlia Camilla che portava in grembo morirono all’ospedale Civile di Brescia, la giustizia è chiamata ad affrontare un altro caso. Riguarda Stella Migale, la 37enne di Castiglione delle Stiviere, nel mantovano, che il 24 giugno del 2014 perse la vita durante un parto all’ospedale di Desenzano. La famiglia della donna, a partire dal marito Antonio Virelli, aveva denunciato l’episodio ai carabinieri e indotto la procura di Brescia ad aprire un’inchiesta. Nel mirino sono finiti otto tra medici, infermieri e anestesisti che quella notte si trovavano nella sala parto, ma il pubblico ministero Eliana Dolce, che ha aperto il fascicolo, ha chiesto di archiviare la pratica. Secondo l’accusa, non ci sarebbero responsabilità nella morte della donna durante la nascita del secondogenito Andrea.
Venerdì 15 gennaio al tribunale di Brescia è in calendario un’udienza, inizialmente fissata a novembre e poi rinviata, in cui la famiglia chiederà al giudice delle indagini preliminari Alessandra Sabatucci di rifiutare l’archiviazione. E’ intenzionata a convincere la corte presentando un fascicolo di indagini eseguite in modo autonomo attraverso il proprio legale. Si parla di persone informate dei fatti su una presunta discussione tra i medici durante il parto e di un colloquio registrato in sala d’attesa tra gli stessi sanitari. Ma il materiale audio era stato rifiutato dal pm perché il suono sarebbe stato disturbato dai rumori circostanti. Per questo motivo i familiari della donna – che il 30 gennaio 2015 hanno vissuto un altro dramma per la morte proprio del figlio nato sei mesi prima e su cui è aperta un’inchiesta – si dicono perplessi della richiesta dell’accusa. L’indagine della procura, secondo i parenti, includerebbe solo i materiali forniti dall’ospedale, senza sentire i medici. Al contrario, la famiglia sarebbe stata esclusa. Ma vuole chiedere la verità.

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