Italcarni, a febbraio inizia il processo

L'amministratore unico Federico Osio chiede di patteggiare. Altri quattro sono indagati per il maltrattamento di animali e carne contaminata.

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Italcarni(red.) A febbraio si terrà la prima udienza preliminare del processo che vede coinvolto Italcarni, il macello di Ghedi, nel bresciano, finito nella bufera per il maltrattamento che veniva compiuto sugli animali. La cui carne, contaminata per le ferite, veniva poi venduta sul mercato. L’amministratore unico della società, Federico Osio, in accordo con il pubblico ministero di Brescia Ambrogio Cassiani a capo del fascicolo, chiederà di patteggiare una pena di 2 anni e sei mesi di reclusione. Il titolare è accusato di adulterazione di carne destinata ad alimentazione umana, maltrattamento di animali e smaltimento illecito di rifiuti. La vicenda era partita dopo la segnalazione dell’Asl alla procura di Brescia per alcune presunte irregolarità all’interno dello stabilimento.
Così era partita un’indagine che aveva indotto le forze dell’ordine a installare delle micro camere nascoste per documentare quanto accadesse. Dalle immagini si notavano animali che venivano letteralmente trascinati dai camion verso l’interno dell’azienda con le catene e spesso facendoli cadere. Ferite poi pungolate per portare i bovini al trattamento. Nonostante quello, la carne veniva macellata senza problemi e poi immessa sul mercato. Tanto che due laboratori di analisi di Torino e Napoli avevano certificato concentrazioni di batteri e salmonella fino a 50 volte oltre i limiti di legge. Il 7 ottobre gli agenti del Corpo Forestale dello Stato, su mandato della procura, hanno sequestrato lo stabilimento che risulta ancora bloccato.
Il titolare ha ammesso le proprie colpe, giustificando però che non pensava di fare del male con quelle pratiche. Nell’inchiesta sono coinvolti altri quattro, tra cui due dipendenti e due veterinari dell’Asl. Secondo l’accusa, i sanitari deputati al controllo delle carni per applicare il timbro di regolarità, avrebbero delegato la mansione proprio ai due addetti. Per loro il pm ha chiesto il processo sul quale il giudice sarà chiamato a decidere, insieme all’istanza di patteggiamento di Osio. Nel procedimento giudiziario il Comune di Ghedi si costituirà parte civile.

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