Raccagni, sentenza il 26 novembre

L'accusa chiede da 11 a 17 anni di carcere per i quattro albanesi imputati con rito abbreviato per l'omicidio del macellaio commesso a Pontoglio nel 2014.

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Raccagni(red.) Il giudice del tribunale di Brescia Paolo Mainardi pronuncerà giovedì 26 novembre la sentenza del processo a carico di quattro albanesi ritenuti responsabili dell’omicidio del macellaio di Pontoglio, nel bresciano, Pietro Raccagni. Il dramma si consumò la sera di quel 7 luglio del 2014 quando la banda tentò di rapinare la villa del bresciano, ma poi degenerò tanto che il macellaio venne colpito alla testa da una bottiglia scagliata da uno dei malviventi. Undici giorni dopo morì in ospedale. Giovedì 12 novembre si è svolta un’altra udienza nel processo che si sta celebrando con rito abbreviato e che quindi prevede la riduzione di un terzo della pena. Nella giornata ha parlato il pubblico ministero Claudia Moregola che sostiene l’accusa, poi le difese e quindi lo spazio per le arringhe e la requisitoria. Il pm chiede per i quattro albanesi, finiti in carcere dopo quella rapina seguita dall’omicidio, condanne che vanno da poco più di 11 a circa 17 anni.
In particolare, 17 anni e otto mesi per Ergren Cullhaj, 14 anni e undici mesi per Luli Erion, 14 anni e sette mesi per Peter Lleshi e 11 anni e dieci mesi per il cugino Vitor Lleshi. Nel processo si sono costituiti parte civile il Comune di Pontoglio che chiede 500 mila euro di risarcimento, mentre per la vedova Federica Pagani e i due figli il legale ha avanzato la richiesta di 600 mila euro per ciascuno. Dal punto di vista della difesa dei quattro imputati, invece, si chiede l’assoluzione dal reato preterintenzionale e di attenuare le aggravanti perché avrebbero collaborato con i magistrati. Il legale di Luli Erion, considerato il palo della banda, ritiene la pena eccessiva e chiede che venga calibrata per tutti sulla base delle responsabilità nel dramma. La vedova di Raccagni, Federica Pagani, spera che le pene chiese dal pm vengano confermate.

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