“Truffa” dializzati, conti tornano liberi

Tolti i sigilli ai beni e depositi bancari intestati ai presidenti delle associazioni di volontariato dopo l'accusa di gonfiare i km sui pazienti.

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Ambulanza(red.) Il tribunale del Riesame di Brescia ha tolto i sigilli a 1,5 milioni di euro in conti correnti e beni intestati a ventisei rappresentanti di associazioni che svolgevano il trasporto di dializzati. L’inchiesta era partita a giugno con l’iscrizione nel registro degli indagati anche del direttore generale e sanitario dell’Asl di Brescia Carmelo Scarcella e Francesco Vassallo. L’accusa per i sodalizi era quella di truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale e per i due dirigenti di abuso d’ufficio. In base alle indagini coordinate dal pubblico ministero Sandro Raimondi, le associazioni avrebbero “gonfiato” i chilometri percorsi con i mezzi a fronte di una maggiore richiesta di rimborsi. Ma i gruppi di volontariato avevano presentato ricorso al Riesame che ha disposto il dissequestro e sarà avviato dalla Guardia di finanza.
Ora spetterà al pm decidere se chiedere il processo per gli indagati. Stando all’accusa, le associazioni avrebbero fatto la “cresta” sui chilometri, percorso viaggi minori rispetto a quelli certificati, orari cambiati e persino pazienti attribuiti a indirizzi errati. Tra l’altro, nel 2013 la procura aveva chiesto di tenere sotto controlli i telefoni di Scarcella e Vassallo, richiesta che non venne accolta. Tutto era partito dalla denuncia di un membro dell’associazione di ambulanze di Gavardo che si era reso conto di come alcuni elementi non fossero così trasparenti nel trasporto dei dializzati.

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