Tentato rapimento, «potrebbe riprovarci»

Questa la motivazione del rigetto dell'istanza di scarcerazione della 33enne marocchina arrestata per il tentato sequestro di una bimba a Roccafranca.

(red.) Potrebbe tentare un (nuovo) sequestro di minore. Per questo la marocchina 33enne arrestata con l’accusa di avere cercato di rapire la piccola Chloè, due anni, durante la “Festa dei mais quarantino” a Roccafranca, resta ai domiciliari.
Le motivazioni con cui il Riesame ha rigettato l’istanza di scarcerazione si basano sulla remota (ma possibile) eventualità della reiterazione del reato. Insieme con la 33enne era stata fermata (e subito rilasciata) la cugina 55enne, una connazionale.
La donna, N. K. le sue iniziali, è stata sottoposta a una perizia psichiatrica disposta dal Gip di Brescia. Il risultato dell’esame è atteso per i primi di novembre e, fino a quella data, la magrebina resterà ai domiciliari.
Il legale della 33enne, Roberto Felappi, sostiene la tesi dell’«equivoco»  cui avrebbero contribuito una serie di circostanze sfavorevoli per la propria assistita. Secondo il racconto delle due donne, la bimba sarebbe stata spostata dal marciapiede perchè fosse visibile alla mamma che seguiva a breve distanza. Ma per i genitori della piccola si è trattato invece di un tentativo di rapimento.

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